UN VIAGGIO, UN’ESPERIENZA. L’ITALIA NASCE A TREBISACCE.
Vè un luogo –scrive Virgilio nel Prologo dell’Eneide – con il nome di “Esperia”
lo chiamano i Greci –
terra antica, potente di armi e di campi felici;
l’ebbero gli uomini Enotri; adesso è fama che i posteri
abbian chiamato quel popolo “Italia” dal nome di un capo.
C’è un luogo in Calabria dove sono stratificati quattromila anni di storia dell’uomo. È un viaggio lungo, affascinante, coinvolgente e carico di mistero quello che accompagna il visitatore nella storia di questo angolo di Calabria, da dove si domina tutto. Questo luogo è il Parco archeologico di Broglio, una terrazza naturale sullo Jonio posta ad un’altezza di quasi 200 metri, sulle propaggini del Monte Mostarico, stretto a nord dalla catena costiera del Pollino e a sud dalla Piana di Sibari, sovrastando l’antico borgo marinaro di Trebisacce, oggi tra i più importanti centri turistici della Calabria settentrionale.
Cos’è Broglio di Trebisacce? Non è solo un villaggio protostorico fondato dagli Enotri. E questo lo si percepisce subito inerpicandosi a piedi lungo quella collina selvaggia dove, passeggiando, si incontrano arbusti di ginepro, colonie di ginestre ed un caratteristico albero d’arancio, tipico di quest’area, con il suo frutto biondo che matura alle porte dell’estate. Qui vive ancora una colonia di sparvieri e quella traccia lenta del passaggio della civiltà sembra aver lasciato un fotogramma lento in sequenza. Da questo punto, in realtà, si domina un lembo di terra più ampio che va oltre l’orizzonte e si spinge nel mito e nella leggenda di quel teatro naturale che fu Calabria Citra, quella del nord: da Capo Trionto al passo della Mula, dal Monte Cocuzzo al Golfo di Corigliano-Rossano. Un luogo popolato dagli Enotri, preferito dai Greci e ambito dai Romani.
4MILA ANNI DI CIVILTÀ STRATIFICATE
Il Parco Archeologico di Broglio di Trebisacce (PAB) è l’unico villaggio degli Enotri oggi conosciuto dove sono state poste in luce le strutture di un centro abitativo, la cui vita si estende dall’Età del Bronzo medio 1700 a.C. alla conclusione dell’Età del primo Ferro, che avviene con la fondazione di Sibari (720 a.C.). Attraversando lo Stargate della storia troveremmo qui una popolazione dedita all’industria del ferro e della ceramica, all’agricoltura e alla pastorizia; che già utilizzava la lana e le fibre per gli indumenti e che osservava una dieta a base di carne, legumi e verdure. Duemila anni fa Broglio era un luogo di grande civiltà che estese il suo modello di società, maturato attraverso i contatti con la cultura dei Greci, verso il Nord, dando così origine alla civiltà italica. Quando si dice che dal Sud Italia si sviluppò tutto quel mondo di sapere, conoscenza, bellezza straordinarie e ineguagliabili di cui il Belpaese fa vanto in tutto il mondo, sappiamo che sicuramente uno di quei punti propulsori da cui tutto nacque e si generò estendendosi a macchia d’olio fino alle Alpi, fu il villaggio Enotrio e quindi Italico di Broglio.
NEL CUORE DELL’ENOTRIA CHE HA DATO IL NOME ALL’ITALIA.
Da alcuni rinvenimenti archeologici si ipotizza che Italo, re degli Enotri, abbia posto domicilio in terra calabrese, stabilendo villaggi su alture a diretto contatto visivo l’uno con l’altro per favorire il controllo e la stabilità delle comunità, tendendo ad esercitare un’azione di pacificazione e di costruzione solida. Dal nome del suo fondatore, fu proprio questo territorio a chiamarsi per primo Italia. Da Aristotele ad Antioco di Siracusa, passando da Strabone, fino a Tucidide, c’è una preziosa letteratura scientifica che conferma la tesi secondo cui l’Italia deve l’origine del nome a questo angolo di Calabria.
Tant’è che oggi la parola Italìa, fatta derivare proprio da Italo è stata inserita nella proposta ufficiale della mappatura dei Marcatori Identitari Distintivi (MID) della Calabria Straordinaria, progetto regionale finalizzato a riscrivere la narrazione esperienziale della Calabria, quella inedita ed inesplorata, da destagionalizzare e da internazionalizzare.