Grandi numeri per l’export italiano

Nel periodo tra gennaio e novembre 2021 il valore delle esportazioni italiane ha raggiunto i 471 miliardi di euro.

Una cifra di gran lunga maggiore rispetto a quella del 2020 – un dato prevedibile a causa dell’annata segnata dalla Pandemia- ma sorprendentemente superiore di quasi 30 miliardi anche a quella del 2019. La crescita del valore delle esportazioni è stata notevole soprattutto nella seconda parte dell’anno, in particolare lo scorso novembre, quando le vendite estere hanno toccato quota 48 miliardi di euro, circa 8 miliardi in più rispetto allo stesso mese del 2019.

A novembre si è registrata una forte crescita nei settori del tessile e dell’abbigliamento, comparti ancora fortemente segnati dalla crisi. A trainare l’export vi sono i prodotti petroliferi raffinati, seguiti dall’industria chimica e dalla metallurgia. In generale, rispetto allo stesso mese del 2020 quasi tutti i comparti fanno registrare una crescita a due cifre. Le uniche eccezioni sono l’industria dell’elettronica e, in misura maggiore, quella automobilistica, con un settore che si dimostra in difficoltà in tutti i paesi europei a causa della mancanza di microchip. Gli ottimi risultati dell’export hanno trainato tutto il comparto industriale italiano. Nello specifico la manifattura, sia grazie ai numerosi ordini arrivati dall’estero sia grazie alle politiche interne adottate nel campo dell’edilizia, ha avuto una crescita del 13,8% nel 2021 dopo -12,9% fatto registrare nel 2020. La crescita più o meno generalizzata della produzione italiana ha dato dei benefici in termini di crescita del PIL, che è cresciuto del 6,5% rispetto al 2020.

La crescita del Made in Italy è molto robusta in Europa, con un +19% rispetto al 2020, mentre nei paesi extra-UE si rileva un aumento più contenuto, che, grazie soprattutto all’export verso gli USA, supera comunque i 10 punti percentuali. Al contrario, si nota una diminuzione del valore degli scambi con la Cina. Nell’area Euro, in particolare, si registrano numeri molto elevati nelle esportazioni in Francia e Germania, dove vi è ancora una forte richiesta di materiale per la componentistica di autoveicoli.

Anche la stessa Francia fa segnare una crescita sostanziale dell’export nel 2021, con un aumento delle vendite estere del 16% nel periodo tra gennaio e novembre 2021. Un dato migliore rispetto a quello della Germania (+14%), ma leggermente inferiore a quello dell’Italia (+18%).

La crescita generalizzata nei grandi paesi europei ha diverse chiavi di lettura. La prima è relativa alla generale ripresa dell’economia nella seconda parte dell’anno, spinta dal crescente ottimismo per la fine della Pandemia e dagli aiuti economici erogati sia dagli stati sia dall’Unione Europea. La seconda è legata all’inflazione: l’aumento dei costi di energia e materie prime ha spinto le imprese ad aumentare i prezzi delle loro vendite, facendo in questo modo crescere il valore generale dell’export. Ciononostante, si può notare come la crescita dell’export sia la dimostrazione di come i paesi europei, con Italia e Francia in testa, si siano ripresi dalla crisi economica e di come il comparto industriale e produttivo non solo siano ancora molto competitivo, ma anche di come abbiano ancora grandi margini di sviluppo.

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