Un nuovo corso per i rapporti linguistici tra Italia e Francia
Venerdì 26 novembre il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio Mario Draghi hanno firmato, davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il “Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Francese per una cooperazione bilaterale rafforzata”, il cosiddetto “trattato del Quirinale”, un trattato di cooperazione tra Francia e Italia che segna un importante cambiamento nelle relazioni tra i due paesi e che rappresenta un momento politicamente significativo. Tra le altre cose, il trattato affronta in maniera approfondita i rapporti linguistici tra Italia e Francia.
A tal proposito, è importante ricordare come sia la lingua italiana che quella francese debbano avere vicendevolmente una grande importanza nei due stati, nonché paesi transfrontalieri e importanti mete turistiche. Ciononostante, in Italia solo l’8.46% della popolazione parla francese mentre l’italiano è parlato dal 6% dei francesi. Alla luce di questi dati, si può dunque constatare che rispetto alle altre lingue, il numero di persone che utilizzano il francese e l’italiano non è rilevante come si potrebbe pensare.
Dunque, è per questa ragione che i due capi di stato hanno annoverato tra gli articoli del nuovo trattato anche norme specifiche riguardanti il tema della lingua. Infatti,
Al fine di favorire la diffusione e il reciproco apprendimento delle rispettive lingue, le Parti realizzano azioni di promozione linguistica e sostengono lo sviluppo dell’insegnamento della lingua italiana e della lingua francese nei rispettivi Paesi. In questo quadro, esse prestano particolare attenzione alla formazione e alla mobilità dei docenti e degli studenti che intendono intraprendere la carriera di docente (articolo 8.2).
La norma sottolinea la necessità di incentivare una maggiore conoscenza della lingua francese in Italia e viceversa, creando, tra le diverse attività possibili, anche uno spazio comune di scambio tra studenti. L’importanza del plurilinguismo diviene fondamentale, soprattutto in un mondo globalizzato in cui le distanze divengono sempre minori. Ma l’invito al reciproco studio non si arresta alla semplice esortazione, ma si estende fino alla definizione di una maggiore attività nel campo del bilinguismo tra regioni transfrontaliere e nell’utilizzo della lingua nella vita di tutti i giorni. Un plurilinguismo coltivato in Costa Azzurra grazie grazie ruolo promotore della Camera di Commercio Italiana a Nizza e del suo Centro di formazione linguistica, ma anche in regioni storicamente legate come la Savoia o la Corsica, che ne potrebbero approfittarne per rilegare i rapporti con la comunità italiana e risocializzare con gli italiani immigrati sul posto.
Le Parti favoriscono la formazione dei parlanti bilingue in italiano e in francese nelle regioni frontaliere, valorizzando in tal modo l’uso delle due lingue nella vita quotidiana e studiano congiuntamente le evoluzioni dello spazio frontaliero, mettendo in rete i loro organismi di osservazione territoriale.
Quindi, non solo inglese, ma anche tanto italiano e francese. Due lingue che uniscono le proprie forze intrinseche, fatte di arte e tradizione, per ridare slancio alla cultura. Infatti, come recita il Trattato,
[Italia e Francia] s’impegnano a facilitare le coproduzioni di opere culturali, in particolare cinematografiche, audiovisive e nelle arti sceniche, e a valutare la possibilità della loro distribuzione attraverso una piattaforma culturale comune. Esse incoraggiano la reciproca partecipazione alle principali manifestazioni di rilievo internazionale. Esse facilitano le collaborazioni nei settori degli spettacoli dal vivo, del design, dell’architettura e della moda. Esse incoraggiano la traduzione di opere letterarie nelle rispettive lingue. Esse s’impegnano a favorire la mobilità degli artisti e degli autori tra i due Paesi, in particolare mettendo in contatto le istituzioni incaricate della formazione e incoraggiando lo sviluppo di residenze (articolo 9.2).
Cinema, moda, spettacolo e architettura diventano i vettori previlegiati degli scambi tra i due paesi, che, data la propria ricchezza, possono aspirare a diventare un’unica superpotenza culturale. Ma sono le ultime mosse francesi a segnalare la fervente volontà di muoversi in questo senso. Infatti, al fine di creare un vero e proprio asse europeo capace di fare concorrenza alle piattaforme americane come Netflix, Amazon Prime e Disney +, i Francesi hanno lanciato Salto, la piattaforma di streaming che vede la collaborazione di TF1, France Télévisions e M6.