Piano di rilancio: una possibile rinascita per l’Italia?
Piano di rilancio: una possibile rinascita per l’Italia?
Dopo dieci anni di crescita, l’export italiano, unico motore della ripresa dal 2008, si è fermato con il primo confino, toccando un -17% tendenziale nei primi cinque mesi dell’anno. Poi ha ripreso gradualmente a crescere, chiudendo il 2020 con un calo del 9,7% e un avanzo della bilancia commerciale di 63,6 miliardi di euro, pari a +13% (dati Istat di questa settimana). L’andamento delle esportazioni italiane è simile a quello della Germania (-9,3%) e della Spagna (-10%), e si posiziona meglio rispetto a Regno Unito (-16,7% a ottobre), Francia (-16,3%), Stati Uniti (-14,6%) e Giappone (-11%).
Ma ora, come può l’Italia superare l’ultima crisi?

Carlo Ferro, Presidente dell’ITA (Italian Trade Agency), sottolinea che nell’affrontare questo anno di crisi, il sistema Italia ha innanzitutto rafforzato il sostegno alle imprese attraverso una collaborazione senza precedenti tra i diversi attori del sistema (ministeri, ITA, SACE SIMEST, sistema camerale) sotto la guida del Ministro degli Affari Esteri. Inoltre, il Paese ha adottato una strategia più moderna incentrata su PMI, tecnologia digitale e sostenibilità, come auspicato dal Patto per l’export. Il sistema ha anche stanziato risorse finanziarie, attraverso i fondi SIMEST, e capitale umano e attrezzature per una campagna di “nation branding”.
A fronte di questi aspetti già positivi, è necessario aiutare le imprese a cogliere le opportunità della distribuzione. Il Piano di rilancio dell’UE, così come altre iniziative per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese e migliorare l’attrattività del Paese, “può dare al Made in Italy la spinta necessaria per posizionarsi sui vecchi e nuovi fattori della competizione globale”: l’innovazione, il digitale, la sostenibilità e la competitività di costo […] Come sottolinea Ferro, l’Italia è il nono esportatore mondiale grazie all’eccellenza dei suoi prodotti: prodotti belli e ben fatti che coniugano design e artigianato; tecnologia adattata a soluzioni personalizzate per il cliente; cultura, territorio e stile di vita che definiscono un modello di consumo ambito in tutto il mondo. Una cultura più verde e le tecnologie digitali sosterranno i modelli di consumo sostenibili e online delle nuove generazioni”.
Il Piano di rilancio è una risorsa essenziale per avviare una nuova distribuzione. A questo proposito, la Regione Piemonte vuole utilizzare questa dotazione finanziaria di quasi tre miliardi di euro per i Fondi strutturali rilanciando la sua vocazione storicamente industriale. Entro la fine dell’anno, infatti, la Regione punta a concludere l’accordo di partenariato con Bruxelles, in modo da poter lanciare i primi bandi europei nel 2022.
Come ha tenuto a sottolineare il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, “nei prossimi anni arriverà in Piemonte una quantità di risorse pubbliche mai stanziate prima”. Un vero e proprio rinascimento per l’industria piemontese, che vede nella transizione digitale e nella sostenibilità green i suoi due motori. Per definire la sua visione e la sua programmazione, è importante ricordare come la regione possa utilizzare questa rete di Poli di Innovazione, il Competence Center (dove Politecnico e Università collaborano con 23 aziende, tra cui alcuni “big player”), il Manufacturing Technology Center, l’Energy Center, l’Aerospace City, il Parco Scientifico di Grugliasco, la Città della Salute di Torino, il Centro Nazionale dell’Automobile e il Centro per l’Intelligenza Artificiale, tutti attori strategici per il perseguimento dell’obiettivo prefissato.