La sezione archeologica del Museo Diocesano di Tropea
Dal Neolitico all’età del Ferro
La prima sala presenta reperti che documentano l’occupazione del territorio a partire dal Neolitico (V millennio a.C.) fino all’età del Ferro (IX sec. a.C.). I reperti includono un piccolo vaso e frammenti di uno più grande. Inoltre, vi sono esposti degli oggetti scoperti nel centro storico, vicino alla Cattedrale, tra cui una matrice per la fusione di giavellotti, che dimostrano la produzione locale di queste armi anziché l’importazione.
L’età magnogreca
Un’altra piccola sala al primo livello è dedicata all’età magnogreca del V e IV sec. a. C., periodo in cui si trovava un piccolo insediamento sulla rocca. Le vetrine sono organizzate in base alla topografia e contengono ceramica a figure rosse e ceramiche a vernice nera con raffinate decorazioni a palmette ed ovuli. Sono anche esposti fermi da cintura in bronzo a forma di cicala, elementi tipici dell’armatura difensiva utilizzata dai Bretti, che seppellivano le armi appartenute ai defunti all’interno delle tombe maschili.
La necropoli tardoantica
L’ultima sala è dedicata al ritrovamento più importante, ossia il cimitero paleocristiano (V-VII secolo) scoperto sotto la piazza antistante il Museo e la Cattedrale. Questa necropoli, scoperta nel 1926 da Pasquale Toraldo e successivamente scavata in modo sistematico nel 1980 e nel 2001, consiste in una serie densa di fosse scavate nella roccia della rupe e coperte da botte realizzata con malta e laterizi. Queste tombe, note come “cupid”, mostrano notevoli somiglianze con quelle presenti in Algeria e Tunisia e costituiscono ancora oggi un unicum nella regione Calabria.
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