Il centenario porto di Tropea e le sue tradizioni ancestrali
Già nel 1720, Francesco Sergio, un cronista di Tropea, descriveva la millenaria vocazione marinaresca della città tirrenica, affermando: “Dal mare la tua origine, dal mare sei circondata, dal mare giunsero i tuoi fondatori, dal mare prendi il nome, dal mare viene a te la ricchezza, sul mare sei situata, dal mare viene tutto quello che possiedi, al mare sei unita in maniera indissolubile, del mare tu sei la sposa!”
Immaginando di fare un salto indietro nel tempo fino al Medioevo, Tropea appariva come un fiorente centro commerciale, con rotte commerciali che collegavano il suo porto naturale ai mercati di Marsiglia, della Sardegna e persino della Terra Santa. L’artigianato prosperava, con esperti carpentieri navali che costruivano e riparavano imbarcazioni destinate alla pesca e al commercio. La pesca di tonni nelle tonnare, così come la pesca di pesce azzurro, polpi e crostacei, era abbondante.
Anche in epoche più recenti, fino ai primi decenni del XX secolo, dalle affascinanti vedute panoramiche di Tropea si potevano ammirare centinaia di barche dotate di lampade a prua, che illuminavano la notte marina al largo delle falesie per attirare i pesci. La vita dei pescatori era modesta ma ricca di tradizioni antiche, come il rito del “taglio della tromba marina” e i canti liturgici dedicati a santi particolarmente venerati nel mondo marinaresco, come San Nicola e San Francesco da Paola.
La tradizione marittima di questa città accomuna anche i suoi due simboli religiosi: la Madonna di Romania e Santa Maria dell’Isola. Il culto della Madonna di Romania è legato a un’icona giunta dal mare dall’oriente bizantino, mentre il culto di Santa Maria dell’Isola ricorda l’arrivo via mare di una statua lignea della Vergine.
Ancora oggi è possibile incontrare gli ultimi pescatori di Tropea, veri custodi di questa preziosa tradizione. Uno di loro, Gaetano Di Marzo, è un anziano marinaio con cui è possibile scambiare informazioni sulle tradizioni marinaresche, mentre si dedica alla manutenzione dei suoi strumenti di lavoro o rammenda le reti che ogni mattina, prima dell’alba, stende nel generoso mare illuminato dalle prime luci dell’alba.
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