I giardini del Biondo Tardivo per una destinazione esperienziale
Cento ettari di terra affacciati sul Jonio blu; uno spazio a perdita d’occhio che dalle colline di Broglio degrada verso le rive sui cui approdarono i Greci della grande diaspora del quinto secolo ante Cristo; maestosi alberi d’agrumi verdeggianti che dipingono il cielo con i loro frutti colore del sole. Sono i vigne, i giardini di Trebisacce, un polmone verde che abbraccia la storia dell’antico borgo marinaro, tra le principali mete del turismo nella Calabria settentrionale.
E se un visitatore arriva nella terra della grande Sibari non può che pensare alla rinomata economia agrumicola, trascinata dalle clementine di Calabria, alla loro produzione, alle vaste piantagioni che rappresentano l’essenza della vita delle comunità e dei popoli che vivono in questa zona. Ma i Giardini di Trebisacce disegnano, sia nell’immaginario che nella realtà, qualcosa di più, un vero e proprio upgrade sensoriale all’interno del quale spicca l’Arancio Biondo Tardivo, una varietà autoctona strettamente legata alle coordinate geografiche di questo luogo dell’Alto Jonio calabrese.
Da secoli gli agricoltori o i vignaroli hanno curato questi giardini e tuttora il colpo d’occhio è incantevole, anche grazie all’ingegnoso e capillare sistema di irrigazione formato da piccoli lacquari alimentati fin dal Cinquecento dalle acque del torrente Saraceno. Il tempo, però, ha massificato l’economia agricola, anche quella di qualità che oggi si muove sui grandi numeri. Gli stessi contro i quali il Biondo di Trebisacce non può competere. Ed è qui, allora, l’intuizione e l’obiettivo dell’Amministrazione comunale che vuole indirizzare la bussola dello sviluppo turistico proprio su i vigne, elevandoli a patrimonio naturalistico e architettonico, grazie anche a quell’archeologia agroindustriale che insiste al loro interno, ma soprattutto facendoli diventare patrimonio esperienziale, unico e distintivo, di Trebisacce.
A SPASSO TRA STORIA E PROFUMI
Quanta magia restituisce ad un turista internazionale passeggiare inondati dal profumo di zagara a Primavera? Farsi emozionare da un’esplosione di colori naturalmente sgargianti? Annusare la natura e coglierne i dettagli? Fermarsi a leggere un libro sotto un arancio in maturazione e di farlo in piena estate quando il resto degli agrumi del mondo vivono il loro periodo di impollinazione? È un’esperienza unica che lascia un segno indelebile.
Dove non può più arrivare la produzione si progetta l’esperienza per trasformare una piccola realtà (in termini di numeri) in un motore economico dai risvolti impressionanti. Del resto, ci sono aree della nostra regione che hanno sperimentato già in passato la strada della qualità, dell’unicità, della tipicità stretta. Ed è così che come il bergamotto di Reggio Calabria (incluso tra i Mid della Calabria Straordinaria) ha abbandonato i banchi dell’ortofrutta per dedicarsi ad essere elemento fondamentale per le essenze dei più celebri maestri profumieri; o, ancora, come il cedro della riviera altotirrenica calabrese (altro Mid) che da elemento per dissetanti bevande è diventato totem spirituale per le comunità ebraiche di tutto il mondo che arrivano a coglierlo e contemplarlo, così il nostro Biondo Tardivo si candida ad essere, nelle aspettative delle politiche di governo del turismo della città di Trebisacce il motore di una destinazione turistica esperienziale unica, irreplicabile e carica di emozioni.