La fatturazione elettronica in Francia

Con la legge finanziaria per il 2021 (Legge n° 2020-1721 del 29 dicembre 2020, art. 195) il governo francese è stato autorizzato ad adottare per via d’Ordonnance, entro 9 mesi (al più tardi entro il mese di settembre 2021), ogni provvedimento atto a rendere obbligatori il ricorso alla fatturazione elettronica…

Stiamo parlando della cosiddetta e-invoicing, nonché l’invio telematico all’amministrazione fiscale di una serie di informazioni non ricavabili direttamente dalle fatture elettroniche stesse (e-reporting).

Già la legge finanziaria per il 2020 (Legge n° 2019-1479 del 28 dicembre 2019, art. 153) aveva tracciato la traiettoria per addivenire ad una generalizzazione della fattura elettronica, obbligatoria. In quella sede si è precisato che l’introduzione della fattura elettronica tra soggetti passivi dovrà avvenire tra il 2023 ed il 2025, sulla base delle indicazioni contenute in un rapporto che il Governo francese avrebbe dovuto rimettere al Parlamento entro il 1 settembre 2020. Ed in effetti la Direction Générale des Finances Publiques (DGFiP – Ministero dell’Economia), nel mese di ottobre 2020, ha pubblicato il proprio rapporto dal titolo La TVA à l’ère du digital en France.

A dire il vero, tanto per completare queste note introduttive, la fatturazione elettronica esiste già da qualche anno in Francia. Da un lato l’art. 289, VI del Code Général des Impôts (CGI) riconosce la possibilità di emettere e ricevere le fatture in formato elettronico, a condizione che il destinatario lo accetti, ma lasciando libertà di scelta del formato da adottare[1]; dall’altro il Code de la commande publique (art. L 3133-1 e seguenti) prevede un vero e proprio obbligo di fatturazione elettronica nei rapporti tra lo Stato, gli Enti locali ed altri Enti pubblici con i propri fornitori (via portale Chorus Pro).

Vediamo ora, per sommi capi, i punti chiave di questa ampia ed ambiziosa riforma.

Il legislatore si è prefissato di raggiungere i seguenti obiettivi[2]:

  • Aumentare la competitività delle imprese, mediante riduzione dei costi di gestione del processo di fatturazione cartacea
  • Lottare contro la frode in materia di TVA grazie anche a controlli automatizzati (lotta al VAT gap)
  • Conoscere in tempo reale l’attività delle imprese in un’ottica di ottimizzazione delle politiche economiche
  • Addivenire, in prospettiva, ad una dichiarazione periodica della TVA pre-compilata

Al fine di poter recepire tutte le modifiche giuridiche ed operative necessarie, la fatturazione elettronica sarà introdotta progressivamente secondo il seguente calendario :

  • Dal 2023 introduzione dell’obbligo, per l’insieme delle imprese, di accettare la fattura elettronica
  • Tra il 2023 ed il 2025, introduzione dell’obbligo di emissione della fattura elettronica (e-invoicing) e dell’invio dei dati all’amministrazione fiscale (e-reporting): dapprima le grandi imprese (2023)[3], poi le imprese di taglia intermedia (2024)[4] ed infine le piccole-medie e piccolissime imprese (2025)[5]

Come, in concreto, sarà attuato l’obbligo di ricorso alla fatturazione elettronica, ad oggi non è dato saperlo con certezza. L’amministrazione fiscale, nel succitato rapporto, focalizza l’attenzione su due differenti modelli[6]:

  • Un primo modello detto a “V” (modello italiano). Le fatture transitano obbligatoriamente per un portale pubblico che ne assicura in seguito l’invio al cliente. Il portale si preoccupa altresì di estrarre dalle fatture in transito i dati utili per una successiva elaborazione, nonché di offrire direttamente alle imprese dei servizi di invio/ricezione delle fatture medesime
  • Un secondo modello detto a “Y” (modello messicano). Le fatture possono transitare direttamente attraverso piattaforme private certificate, senza dover passare dalla piattaforma pubblica. Le piattaforme private si incaricheranno di estrarre i dati da inviare all’amministrazione fiscale, mentre la piattaforma pubblica potrà offrire direttamente alle imprese dei servizi di invio/ricezione delle fatture medesime

Il perseguimento degli scopi annunciati dall’amministrazione potrà essere realizzato solo grazie ad un’applicazione più ampia possibile della fatturazione elettronica. Ed in effetti tutte le imprese, in linea di principio, saranno interessate dalla riforma, indipendentemente dal settore e dalla dimensione. Tuttavia solo le operazioni di tipo B2B realizzate tra operatori insediati in Francia saranno oggetto di fatturazione elettronica. Non anche, pertanto: le operazioni B2B che coinvolgeranno un operatore UE o extra UE; le operazioni B2C; le operazioni B2B che coinvolgeranno un operatore UE identificato alla TVA in Francia (almeno in un primo tempo). Resteranno probabilmente esclusi anche quei settori che beneficiano di una dispensa dall’obbligo di fatturazione, come è il caso del settore bancario e assicurativo ove vengono realizzate operazioni esenti da TVA.

Poiché, come è evidente, il fatto che molte aree resteranno estranee all’introduzione della fatturazione elettronica potrebbe vanificare, o quantomeno indebolire, la realizzazione degli obiettivi annunciati, il dispositivo di e-invoicing sarà completato da un obbligo di e-reporting alimentato da una serie di informazioni complementari non ricavabili immediatamente dalle fatture. Parliamo per esempio dei dati relativi: al pagamento delle fatture (al fine di controllare la corretta detraibilità della TVA laddove ancorata al principio di cassa); agli scambi B2C, in particolare nel contesto dell’E-commerce; agli scambi B2B con operatori UE o extra UE (cessioni intracomunitarie, esportazioni).

Il cantiere è da tempo lanciato e ora come ora potrà difficilmente trovare ostacoli sul proprio cammino. Vero è, tuttavia, che la Francia dovrà preliminarmente agire presso la Commissione Europea al fine di ottenere una serie di deroghe alla Direttiva TVA[7].

Ritorneremo ulteriormente su questi temi, cercando di meglio dettagliare ed approfondire gli aspetti più significativi di questa profonda riforma e, nei limiti del possibile, di valutarne la portata alla luce delle esperienza che in giro per il mondo sono già state attuate, prima fra tutte quella italiana.

 

[1] Le imprese dell’automotive e quelle della grande distribuzione vi fanno già ricorso.

[2] Comunicato stampa del Ministero dell’Economia del 1 dicembre 2020, n. 427.

[3] Più di 5000 dipendenti o fatturato superiore a 1,5Md € e attivo di bilancio superiore a 2Md €

[4] Tra 250 e 4999 dipendenti e fatturato inferiore a 1,5Md € o attivo di bilancio non superiore a 2Md €

[5] Meno di 250 dipendenti e fatturato inferiore a 50M € o attivo di bilancio non superiore a 43M €

[6] Il nodo da sciogliere non inerisce tanto al formato elettronico della fattura o del report periodico, per quanto anche su questo punto dovrà essere fatto un lavoro di armonizzazione, quanto piuttosto alla infrastruttura da attuare per realizzare gli invii e gli scambi delle fatture e dei dati.

[7] La Francia, come a suo tempo fece l’Italia, dovrà ottenere dalla Commissione europea l’autorizzazione a derogare ad alcune norme contenute nella Direttiva TVA (Dir. 2006/112/CE, 28 nov. 2006): in particolare trattasi degli artt. 178, 218, 226 e 232.

A cura di…

Emilio Capuzzi

FIDAG

45 Rue Lafayette

Paris

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