Risultati record per l’export dell’agroalimentare Made in Italy

Per la prima volta il valore delle esportazioni dei prodotti alimentari italiani nel mondo ha superato i 50 miliardi di euro.

Un anno da incorniciare per il settore, che ha fatto segnare una crescita dell’11% rispetto al 2020 e del 15% rispetto al 2019. A certificare questo risultato è l’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), che sulla base dei dati Istat ha reso noto come il valore delle importazioni nel settore agroalimentare sia cresciuto dell’11% rispetto al 2020, attestandosi a 48 miliardi di euro. Pertanto, la bilancia commerciale non solo si conferma in attivo (+ 3,47 miliardi), ma ottiene un risultato migliore rispetto al 2020, quando il surplus era pari a 3,38 miliardi di euro.

Il prodotto maggiormente richiesto all’estero è il vino, che nel 2021 ha registrato un aumento del 12,7% rispetto al 2020 e del 10,3% al 2019. Il settore vinicolo ha addirittura superato, per la prima volta, la quota di 7 miliardi in valore, grazie soprattutto all’export dello spumante. Ottimi risultati si sono riscontrati anche nei comparti dei salumi e dei formaggi. Il dato del 2021 riflette una situazione in continuo miglioramento per l’agrifood italiano, se si considera che nel 2015 l’export di questo settore valeva solo 30 miliardi di euro. Inoltre, nel 2021 in percentuale l’Italia ha avuto un trend di crescita maggiore rispetto a quello di Francia (+8%) e Germania (+4%).

Altro importante segno che la qualità del Made in Italy all’estero è sempre più apprezzata è il fatto che i paesi importatori hanno aumentato la percentuale di acquisto prodotti italiani rispetto al totale. In particolare, la quota di prodotti agroalimentari italiani rispetto al 2019 è passata dal 7,8% a 8,7% in Germania, dal 8,3% al 8,7% in Francia, dal 5,6% al 6,3% nel Regno Unito, dal 4,4% a 4,7% in Australia. Vale la pena ricordare come il nostro export è cresciuto negli ultimi 2 anni di oltre il 20% sia negli Stati Uniti che in Canada, e di oltre il 40% in Cina, anche se a Pechino la quota sul totale delle importazioni agroalimentari rimane bassa (2%).

l’Italia rimane al nono posto nella classifica per valore dell’export agroalimentare mondiale, che vede in testa gli Stati Uniti, seguiti dai Paesi Bassi, Brasile, Germania e Francia, anche se negli ultimi due anni solo pochi paesi possono vantare tassi crescita alti come quello italiano. Un trend che per l’Italia sembra possa arrestarsi dato che la guerra in Ucraina sta portando a conseguenze negative anche per il settore agroalimentare. Basti pensare al fatto che Russia e Ucraina nel corso del 2021 avevano importato oltre 1,2 miliardi di euro di prodotti agroalimentari italiani. Inoltre, l’aumento dei costi dovuto alle difficoltà di reperire le materie prime, in particolare grano e mais, comporta una crescita dei prezzi generalizzata e una conseguente riduzione del potere d’acquisto del consumatore.

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