Record di brevetti: le imprese italiane investono in ricerca e innovazione

L’Italia dell’innovazione continua a crescere facendo ricerca e producendo brevetti a livello europeo.

Secondo un’indagine Unioncamere–Dintec, in Italia nel 2020 si è registrato un forte aumento nel deposito di brevetti, il 5,3% in più rispetto al 2019. In totale sono state 4.465 le domande di brevetto italiane pubblicate dall’European Patent Office (EPO) nel 2020.  L’analisi di Unioncamere-Dintac ha fornito informazioni aggiuntive soffermandosi sul loro ambito di applicazione e sull’origine territoriale degli “inventori”.

Un dato molto importante è quello riguardante i brevetti depositati nell’ambito tech: circa il 20% delle domande sono ascrivibili a quest’areaquindi rientranti nelle cosiddette Key Enabling Technologies (biotech, fotonica, materiali avanzati, nano e microelettronica, nanotecnologie e manifattura avanzata) che l’Unione Europea definisce come investimenti e tecnologie che consentiranno alle industrie di mantenere la competitività e capitalizzare su nuovi mercati. In questi settori notiamo come le imprese italiane stiano investendo nei comparti della ricerca e sviluppo, dato che vi è stato un incremento di 53 domande di brevetto rispetto all’anno precedente, per un totale di 670. In particolare, il settore della fotonica, usata per la trasmissione dei dati all’interno delle fibre ottiche, registra 25 brevetti in più rispetto all’anno precedente.

In termini percentuali le due macrocategorie in cui sono state registrate più domande di brevetti sono le Necessità umane e le Tecniche Industriali e Trasporti. Nella prima categoria, che comprende diversi ambiti di attività (agricoltura, abbigliamento, tabacco e sport), sono stati presentati 1.033 brevetti, con un incremento di circa il 10,5% rispetto al 2019. Mentre, per quanto concerne le Tecniche Industriali e Trasporti, in cui sono compresi le tecnologie della manifattura e dell’automotive, sono 1360 le domande di brevetto (+5,4% rispetto al 2019). A livello geografico il 46% delle domande è stato depositato da aziende del nord-ovest italiano, anche se bisogna sottolineare come in quasi tutta Italia si sia registrato un aumento del deposito di brevetti.

Inoltre, l’Italia si trova in decima posizione per il numero di domande presentate all’EPO.  Altro dato significato riguarda la crescita delle domande, poiché l’Italia registra un incremento, mentre altri grandi stati come la Germania o gli Stati Uniti vedono una diminuzione.

La portata di questi dati? Per Andrea Prete, Presidente di Unioncamere, sono la dimostrazione che l’Italia ha una forte capacità di innovazione sia nei settori ad alta intensità, sia nei settori più tipici dell’Italian style, come il tessile e il manifatturiero.

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