Il Rapporto economico Italia-Francia 2022

I rapporti economici tra Roma e Parigi vanno a gonfie vele: la Francia rappresenta il terzo Paese fornitore dell’Italia ed entrambi i paesi rappresentano il secondo cliente l’uno per l’altro. Questo è il quadro che emerge dal recente Rapporto dell’Ambasciata di Francia in Italia e del Ministero dell’Economia francese elaborato sulla base dei dati raccolti dallo stesso Ministero, dall’Istat, dalle Douanes, dalla Banque de France e dalla Banca d’Italia per il 2021 e il 2022. Infatti, secondo quanto riportato, il commercio bilaterale Italia-Francia ha segnato la cifra di 103,8 miliardi di euro e un aumento significativo negli ultimi due anni degli investimenti italiani in Francia.

Come indicato nella prefazione, “i rapporti economici tra Italia e Francia si nutrono di flussi commerciali e investimenti incrociati in costante aumento. Si fondano su grandi imprese ed una rete dinamica di PMI e start up italiane, francesi e binazionali, grazie ad un capitale umano di qualità e un know-how riconosciuto a livello mondiale.” Si attesa un aumento significativo della cooperazione tra piccole e medie imprese, ma anche degli investimenti italiani in Francia che “si stanno sviluppando molto più rapidamente rispetto al passato. Questa accelerazione dimostra un interesse crescente per le opportunità di sviluppo che offre il mercato francese.” Alcuni esempi? Da Stellantis, a Essilorluxottica, alla multinazionale italo-francese Stm, alle Generali, a Ferrero, Lavazza, Campari e a Trenitalia che sono arrivate a vendere un milione di biglietti in un anno sul treno ad Alta velocità Milano-Parigi.

Sulla scia del Trattato del Quirinale, che certamente costituisce il documento programmatico fondamentale nei rapporti tra i due Stati, la cooperazione si articola non solo sotto il piano economico, ma anche nel campo dei bandi europei, dei programmi di cooperazione scientifica e universitaria, nonché dei flussi turistici incrociati – di cui i progetti Visitez l’Italie e 10 Comuni promossi dalla CCItalienne costituiscono importanti esempi.

L’analisi evidenzia come, con 126,8 milioni di abitanti in tutto, la popolazione di Italia e Francia (dove l’8% è di origini italiane) rappresenta oggi il 28,3% dell’intera Unione europea. Il Pil, che sommato tocca i 4.283 miliardi di euro (di cui 1.782 miliardi dell’Italia e 2.501 della Francia) rappresenta quasi un terzo di quello europeo. Il numero delle imprese italiane è di 4 milioni e 427.307, mentre in Francia è di 4 milioni e 114.289. In Italia il numero delle imprese industriali è quasi il doppio di quello francese (365.968 contro 209.401) ma, se da un lato la struttura industriale francese è costituita da grandi imprese e gruppi, in Italia il tessuto economico è rappresentato da piccole e medie aziende.

Il valore del commercio bilaterale tra Italia e Francia ammonta a 103,8 miliardi di euro, di cui 84,8 miliardi per il commercio di beni e 19 miliardi per gli scambi di servizi. Rispetto al 2020 l’aumento del commercio tra Italia e Francia è stato del 18%, l’incremento delle esportazioni francesi in Italia del 20,8% (38,9 miliardi di euro) e delle importazioni dall’Italia rispetto al 2020 del 17% (45,9 miliardi). Nel 2021 la bilancia commerciale della Francia ha registrato con l’Italia un disavanzo per i prodotti agroalimentari di un miliardo di euro e un surplus di 1,5 miliardi. Data la contingenza dell’argomento, il documento evidenzia inoltre come la Francia sia il secondo fornitore di energia elettrica dell’Italia dopo la Svizzera, soddisfacendo circa il 5% del fabbisogno elettrico italiano.

Le principali possibilità di business? Nell’ambito della tecnologia e dei servizi, del lusso, della salute, dell’agroalimentare e dei trasporti, ma soprattutto delle Tech start up, come gli astri nascenti Satispay, Manoamano, BlaBlaCar e Doctolib. A tal proposito, come sottolinea Roland Berger, le sart up potrebbero contribuire al 6% della crescita del PIL francese e creare fino a 224.000 posti di lavoro entro il 2025, soprattutto nei settori biotech, greentech, fintech, agritech e fashiontech, di cui il tecnopolo Sophia Antipolis è la vera eccellenza a livello europeo. Anche l’Italia non è da meno: con le sue 14.621 start up innovative il Tech Italy crescerà esponenzialmente e favorirà ancor più gli scambi incrociati.

Italia e Francia hanno 4 mila aziende che operano in entrambi i Paesi, generando quasi 400 mila posti di lavoro: l’Italia è il quinto investitore straniero in Francia per quanto concerne gli stock di investimenti, mentre la Francia è il primo investitore straniero in Italia. Gli investimenti diretti francesi in Italia rappresentano il 5,3% del totale dello stock netto francese all’estero, dopo Stati Uniti (197 miliardi di euro), Paesi Bassi (190 miliardi di euro), Belgio (143 miliardi di euro) e Regno Unito (126 miliardi di euro), e sono più di 2000 le filiali di aziende francesi in Italia. Invece, per quanto concerne gli investimenti italiani in Francia, secondo la Banca di Francia essi raggiungono la cifra di 54,5 miliardi di euro, segnando un aumento del17,5% in un anno e del 133% in 5 anni. Sono 2.000 le imprese italiane attive Oltralpe e 80.000 i posti di lavoro diretti da esse generati.

La Francia si conferma il primo paese di destinazione dei progetti d’investimenti italiani in Europa (44% delle decisioni d’investimento). 96 progetti nel 2021 hanno portato alla creazione o al mantenimento di 1.830 posti di lavoro (+61% rispetto all’anno precedente). Il mondo dell’autotive, degli alberghi, dei ristoranti, dell’edilizia, delle costruzioni, del vetro, della ceramica, del legno, della carta, dell’arredamento e degli articoli per la casa sono i principali settori di investimento delle imprese italiane in Francia, senza dimenticare gli investimenti italiani nelle infrastrutture strategiche francesi (energia, mobilità). Sono molti i marchi francesi di proprietà di aziende italiane, tra cui l’Aeroporto di Nizza (secondo scalo di Francia dopo Parigi), Lancel, Carte Noir, Moncler, ma anche i gruppi italiani che operano in Francia, come ad esempio Stellantis, ERG, Campari, Lavazza, Leonardo, Saipem, Prysmian, Barilla, Ferrero, Trenitalia, Zambon, IVECO, solo per citarne alcuni.

I due Paesi collaborano nell’ambito della cooperazione industriale ed energetica, ma anche di progetti di interconnessione, come la TAV Lione Torino. Inoltre, sulla traccia di quanto stabilito dal Trattato del Quirinale, Francia e Italia collaborano sotto il profilo culturale e della ricerca, ma anche nell’ambito dei progetti europei. A tal proposito, proprio la Camera di Commercio Italiana di Nizza è impegnata da anni nella realizzazione di progetti europei, come Ecobati, Finnover, Ensure, EnGat Gat e Agora.

Nonostante i rapporti economici siano certamente un elemento fondamentale nei rapporti tra i due Paesi, essi condividono anche un programma di cooperazione nell’ambito turistico. Dopo la pandemia, i flussi turistici tra Francia ed Italia stanno tornando ai livelli del 2019. I turisti francesi che nel 2021 hanno visitato l’Italia sono stati 6,3 milioni e la loro spesa in Italia è stata di 2,8 miliardi di euro, mentre gli italiani che l’anno scorso hanno visitato la Francia sono stati 3,4 milioni, generando una spesa complessiva di 1,9 miliardi di euro.

In questo contesto, arricchito da eventi di rilievo internazionale come la Coppa del Mondo di Rugby Francia 2023 (che vedrà Nizza tra città ospitanti), la Camera di Commercio Italiana di Nizza opera per favorire i flussi turistici tra i due Paesi. Se attraverso la guida Costazzurra la Camera promuove da più di 20 anni le bellezze della Riviera francese presso il pubblico italiano, grazie al progetto 10 Comuni e alla guida Visitez l’Italie propone anche nuovi itinerari dalla Costa Azzurra verso l’Italia. Una promozione sistematica, che vede coinvolte le destinazioni in eventi esclusivi e fiere di settore, ma anche in azioni istituzionali volte a rinsaldare i legami tra i due territori.

Per maggiori informazioni sul rapporto economico Italia-Francia 2022: it.ambafrance.org/Relazione-economica-Francia-Italia-2022

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