Il PIL Italiano reagisce contro il Covid grazie al Made in Italy

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Nei primi tre trimestri del 2021, il Pil italiano ha avuto registrato un incremento considerevole.

Infatti, come ha riportato l’Osce (Organization for Security and Co-operation in Europe), nel periodo post covid paesi come l’Italia e la vicina Francia hanno registrato una crescita economica considerevole rispetto ad altri paesi. Secondo i dati, nel terzo trimestre del 2021, il Pil italiano é cresciuto del 2,6% dopo un’ulteriore crescita anche nel secondo trimestre.

Questo segnale positivo è una conferma di come l’economia italiana abbia acquistato maggiore solidità, crescendo solamente negli ultimi sei mesi del 5,3% (Il Sole 24 Ore, 2021). Considerazioni molto più che speranzose per il futuro che naturalmente non prendono in esame l’eventualità di nuovi lockdown, fonti di incertezza e instabilità economica.

La ripresa economica è trainata dal turismo, dagli acquisti delle famiglie, dall’edilizia residenziale, ma soprattutto, dall’incremento dell’attività manifatturiera e dell’export di Made in Italy. Vini, mobili, prodotti agroalimentari ed elettronici, come anche apparecchi medicali, da sempre sinonimo di qualità in tutto il mondo, hanno segnato un incremento considerevole. Nello specifico, l’industria manifatturiera italiana, grazie ad un ammodernamento tecnologico, nel 2021 ha fatto segnare un incremento dell’export del 4,9%. Tra i settori che hanno segnato una crescita sensibile nelle esportazioni quello degli yatching, che ha registrato nel primo semestre del 2021 un +18,6% e un fatturato di 2 ,9 miliardi di euro (Il Sole 24 Ore, 2021).

Tuttavia, il Made in Italy accusa i colpi della concorrenza, molte volte sleale, da parte dei mercati stranieri e da fenomeni come l’Italian sounding, ovverosia l’imitazione dei prodotti agroalimentari italiani. Una pratica scorretta ma comune, contro la quale la CCItalienne opera da anni nell’ambito del progetto True Italian Taste, promosso e finanziato dal Ministero Italiano degli Esteri e coordinato da Assocamerestero.

Il dibattito sul cosiddetto « Prosek » croato, ne costituisce un importante esempio. Infatti, nonostante la possibile adozione della certificazione internazionale abbia già visto la strenua opposizione italiana, il vino di origine croata è ad oggi in attesa di questo importante riconoscimento. Invece, l’Italia, dal canto suo, lo ritiene un tentativo di imitare un prodotto italiano e di minare il mercato del vero Prosecco DOC, nonché del vino più consumato al mondo. Tale prodotto potrebbe indebolire un mercato che vale circa 35 milioni di euro e che nel 2020 ha prodotto un fatturato di 2,4 miliardi di euro. Pertanto, l’Italia sta già conducendo una battaglia legale basata sull’uso improprio della parola Prosek, che altro non è che il modo con cui gli austriaci chiamavano il Prosecco durante la loro dominazione in veneto. A tal proposito, il Ministro per le politiche agricole, Stefano Patuanelli, ha chiesto alla Repubblica Croata delucidazioni in merito all’utilizzo di tale nome e ha anche richiesto l’intervento della Commissione Europea al fine di tutelare il prodotto DOP.

Tuttavia, nonostante le numerose imitazioni, il Made in Italy continua ad essere una garanzia per l’economia italiana e per questo sono molte le strategie di difesa di tali prodotti. In questo contesto, le camere di commercio italiane all’estero non solo consolidano le relazioni bilaterali tra l’Italia e i paesi in cui hanno sede, ma operano anche per tutelare le aziende e i prodotti autentici attraverso campagne di sensibilizzazione, eventi e altre attività.

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